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Alessandro Ciambrone

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le Opere

«Ad scientiarum haustum et seminarium doctrinarum», ovvero «alla fonte delle scienze e al vivaio dei saperi» è l’iscrizione che campeggia sul frontone del prospetto principale della Sede centrale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. È il sintagma tratto dalla lettera con la quale Federico II annunciò nel 1224 l’istituzione della più antica università statale al mondo, svincolata dal potere temporale dello Stato pontificio. È il suggestivo aforisma che identifica da sempre l’Ateneo fridericiano, che se vuole richiamare il valore della tradizione, allo stesso tempo pone l’accento sul futuro della cultura attraverso la ricerca scientifica e la diffusione della conoscenza. È anche una significativa caratterizzazione dell’Università in cui si riflette la stessa città di Napoli, con la sua stratificazione geo-storica, multietnica, plurilinguista e sociale.

Proprio per tali ragioni Alessandro Ciambrone ha pensato di espandere il motto fridericiano in tre grandi murales realizzati, quali opere site-specific, in tre diverse sedi dell’Ateneo.

I tre murales progettati per gli ottocento anni dell’Università hanno una dimensione complessiva di 1.050 metri quadrati e sono collocati nel complesso di Monte Sant’Angelo, sulla parete esterna dell’“Aula blu” (100 mq); nel Campus di San Giovanni a Teduccio, sui due prospetti ad angolo del “Campo di volo per droni” (700 mq); e sulla facciata dell’Ospedale pediatrico del Policlinico nuovo (250 mq).

Sono realizzati con colori acrilici al quarzo su muro e interventi parziali in mosaico con tessere in pietra lavorata.

Nella lavorazione dei mosaici Ciambrone si è avvalso della partnership dell’Istituto Superiore ad indirizzo raro Caselli e Real Fabbrica di Capodimonte (direttore Valter Luca De Bartolomeis, docente e responsabile artistico Angelo Gargiulo) e del Liceo Artistico Palizzi.

Il linguaggio artistico contemporaneo della pittura di Ciambrone si è quindi contaminato con l’antica lavorazione artigianale della ceramica campana: nei murales si integrano, per un’estensione di 200 metri quadrati, i mosaici color oro realizzati in cantiere, durante l’esecuzione delle opere, dagli allievi degli istituti citati.

Seppure siano trascorsi ottocento anni, l’idea fondativa riassunta nel motto fridericiano si dimostra ancora attuale e decisamente innovativa per il suo carattere universale, che non teme di essere corrotto dal tempo. La spinta alla ricerca scientifica, alla ricerca della verità tramite il pensiero filosofico, al diritto e alla giustizia, alle arti e alle discipline umanistiche, all’integrazione dei saperi, tende a espandere la conoscenza oltre ogni confine e a valorizzare la cultura in ogni settore. Ciambrone vuole sottolineare tutto questo e scrive: «L’università è fondata a Napoli ma il suo principio ispiratore è universale come l’autenticità di Napoli, per il suo Outstanding Universal Value: il centro antico più esteso e contaminato di sempre iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Greci, romani, arabi, francesi, spagnoli diventano termini e simboli iconici nella lingua, nel tracciato urbano, nel dettaglio decorativo, nella straordinaria eccellenza architettonica e paesaggistica».

Testo di Isabella Valente

Ad scientiarum haustum

murale del Complesso di Monte Sant’Angelo

Nel murale del Complesso di Monte Sant’Angelo l’imperatore Federico è diventato un’icona. È assiso in trono con il globo nella sinistra e lo scettro nella destra. È in posizione centrale, integrandosi nel profilo urbano, fra il Vesuvio e la facciata principale della Sede centrale dell’Ateneo, simboli creativi della natura e dell’uomo: «riconoscibili, esplosivi e luminosi, come il pensiero di stupor mundi», ci dice l’artista. La rappresentazione pittorica denota un chiaro valore simbolico: le sedi dell’Ateneo, in relazione alla morfologia del territorio, hanno fortemente contribuito a definire l’aspetto architettonico e la rete urbanistica delle varie zone cittadine, dal centro antico alle aree più moderne fino alle periferie intaccate dal degrado, sulle quali l’Università con i suoi nuovi poli è intervenuta con un’azione di rigenerazione urbana, culturale e sociale.

Il mare, da sempre fonte inesauribile per relazioni e contaminazioni con il mondo, le cui onde si allargano in basso, costituisce la vera ricchezza della città, come le stelle che rappresentano i simboli dell’innovazione tecnologica e della scoperta attraverso la ricerca scientifica.

Rispetto alla vulcanica esplosione di colori, tipica dell’artista-architetto, il linguaggio adoperato in questa composizione è più sobrio ed equilibrato, giocando con i blu e con i bianchi in una sorta di negativo/positivo; un linguaggio che diviene altamente evocativo, accentuato dalla lucentezza dell’oro utilizzato simbolicamente nell’iscrizione «Ad scientiarum haustum», la prima parte del sintagma fridericiano (“alla fonte delle scienze e al vivaio dei saperi”), che campeggia sulla sua sommità, richiamando lo storico frontone della Sede centrale.

L’iscrizione è stata realizzata a mosaico, in collaborazione con gli istituti citati in premessa.

Testo di Isabella Valente

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Alla fonte delle scienze e a un vivaio di saperi

Murale del Campus di San Giovanni a Teduccio

«Alla fonte delle scienze e a un vivaio di saperi» è la traduzione dal latino del passo che introduce la Generalis Lictera del 1224. Ciambrone lo ripropone anche nei murales di San Giovanni a Teduccio. L’iscrizione, che gira tutto intorno nella parte alta dei prospetti del “Campo di volo per droni” risplende di lettere d’oro, eseguite con intervento musivo con la collaborazione in cantiere degli allievi degli istituti citati in premessa. La moltiplicazione del motto vuole contribuire alla promozione su scala globale dell’idea fondatrice dell’Imperatore svevo.

Le aree culturali e scientifiche dell’Ateneo sono rappresentate da fiamme d’oro realizzate sempre a mosaico che alimentano con ardente passione e amore inarrestabile il progetto fondativo. L’inno si esprime in tutta la sua brillantezza nell’estremità superiore del murale come messaggio di vita, di progresso, di armonia e di bellezza, destinato alla città e al mondo. Nella fascia centrale sono rappresentate tutte le sedi dei vari plessi universitari dislocati tra il centro storico della città e la sua periferia. Edifici antichi e moderni si fondono con il paesaggio urbano, contribuendo alla sua modificazione e alla attuale conformazione estetica, artistica, monumentale, storica e culturale della città; dal lungomare di Bagnoli, ai Campi Flegrei e alle isole del golfo, attraverso le prestigiose sedi a contatto con il mare si vuole valorizzare il rapporto fra l’Università e il territorio sul quale essa incide. Da qui l’uso del colore azzurro e del blu, la linea ondulata e riccioluta che si staglia con un bianco che spicca nella fascia inferiore della composizione. La Nave Scuola Amerigo Vespucci, l’Unità più anziana in servizio nella Marina Militare interamente costruita e allestita presso il Regio Cantiere Navale di Castellamare di Stabia, e le stelle d’oro nel cielo sono i simboli dell’integrazione tra i principi ispiratori della ricerca: arte, passione, sperimentazione e scienza.

Testo di Isabella Valente

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Parthenope, Gennaro e Federico per la ricerca scientifica

Murale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II

Molto diversa dalle altre dell’artista è la composizione che appare sul murale realizzato sull’edificio dell’Ospedale pediatrico nel complesso del Policlinico nuovo ai Colli Aminei.

Con una cifra linguistica vivace e brillante, personale e del tutto riconoscibile, Ciambrone focalizza il suo intervento su Napoli, storicamente terra di contaminazioni e di simboli, rappresentando le sue icone più significative e amate in versione fumetto.

Quattro fasce orizzontali serrate in una forma rettangolare stretta e lunga interconnesse tra loro; quattro fasce suddivise geometricamente dedicate alla città e all’Università fridericiana. Nella zona inferiore è il mare, immancabile, orizzonte ineludibile per ogni napoletano, fonte inesauribile di stimoli, di conoscenza, di visioni, ma anche di pragmatismo economico. Il mare non può che essere fondamento e pilastro, valore imprescindibile della città. La città vive in simbiosi con il suo mare da sempre. La Repubblica Marinara di Amalfi, la Real Marina del Regno delle Due Sicilie, gli armatori, i cantieri navali e le compagnie di navigazione che, con il comparto dell’aerospazio e dell’agricoltura, rappresentano le eccellenze della Campania nel mondo. Nel mare San Gennaro, il protettore assoluto e venerato, a sinistra, e la sirena Parthenope, che testimonia l’origine mitica della città, a destra, sono emblemi evocativi, onnipresenti, ed elementi costitutivi del nostro patrimonio culturale immateriale. Ma le immagini del Santo patrono e della sirena costituiscono anche i simboli della doppia anima di Napoli, religiosa, fino alla scaramanzia, e pagana; due anime che vivono perfettamente fuse e storicamente radicate nella natura dei napoletani.

Al centro il Palazzo degli Studi, sede centrale dell’Ateneo, nel suo prospetto lineare, rigoroso, stabile, metafora di sapere e di conoscenza, base per ogni azione e progresso dell’uomo. La conoscenza è anche capacità di comprensione del contesto socio-economico, di spinta all’innovazione scientifica, di accrescimento di ricchezza morale, di incremento dello sviluppo sostenibile, ma soprattutto di apertura alla tolleranza sociale.

Al di sopra dell’Ateneo si erge la città, con la basilica di San Francesco di Paola, che con il suo splendido colonnato abbraccia Piazza Plebiscito; con il Vesuvio, la cui fiamma incandescente sembra originarsi dal vertice del frontone fridericiano, quale simbolo del pensiero eruttivo dell’imperatore svevo. E poiché il rapporto fra il centro e la periferia costituisce il motore dei processi di rigenerazione urbana legati all’arte e alla cultura, ecco che al prospetto del palazzo della Sede centrale si collegano, nella zona superiore, le sedi della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base del Complesso Napoli-Est, la Scuola di Medicina del nuovo polo di Scampia (le sette vele) e la Scuola di Ingegneria di Agnano (i tre camini industriali di Bagnoli con le fiamme dei valori). Sono questi luoghi che rappresentano i punti focali del cambiamento, capaci di agire sul degrado urbano modificandone la rotta in direzione della cultura della bellezza e dell’innovazione. Anche il cielo stellato, che sormonta la città, con le sue esplosioni caleidoscopiche di colori, ha un valore simbolico, contribuendo a illuminare ininterrottamente la ricerca scientifica alimentata da studio, passione, determinazione e merito.

Testo di Isabella Valente

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Policlinico 2

Biografia dell'artista

Costantemente alla ricerca del bello, Alessandro Ciambrone è architetto, writer, già direttore dei musei civici di arte contemporanea di Capua e Castel Volturno.

La laurea in Architettura all’Ateneo fridericiano con una tesi sulla riqualificazione del lungomare fra Bagnoli e Pozzuoli lo proietta totalmente verso la valorizzazione del patrimonio culturale, urbanistico e architettonico del suo territorio. Non soltanto Napoli, ma anche Castel Volturno, la sua città dove apre il suo studio professionale. Nel 2002 da consulente del Sindaco organizza un concorso nazionale su Il sistema delle piazze finalizzato alla realizzazione di sette spazi pubblici nelle principali località del Litorale Domitio che vede la partecipazione di oltre cento progettisti compresi molti studenti delle varie Università italiane.

Nel 2003 è unico vincitore in Italia della Fulbright Thomas Foglietta Fellowship (2003-04), per lo sviluppo economico del Mezzogiorno (University of California Los Angeles): presenta un’analisi comparativa dei processi di pianificazione urbana tra le fasce costiere di Napoli e di Los Angeles che lo porta come Visiting Professor in giro per gli States. Ispirato da quanto vede, al rientro organizza per il Comune di Castel Volturno la competizione internazionale Un Lungomare da Vivere. L’impegno nella sua città prosegue fondando nel 2005 il Club UNESCO di Castel Volturno e nel 2010 il Centro UNESCO di Caserta.

È uno dei cinque vincitori al mondo della UNESCO Vocation Patrimoine Fellowship (2007-09) che punta sullo sviluppo del patrimonio artistico e culturale in Campania (University College Dublin, UNESCO World Heritage Centre Paris).

Ottiene prima un dottorato di ricerca in co-tutela tra l’Università della Campania e l’Université Paris X, poi tre assegni di ricerca internazionali. Nel 2014 è nominato direttore del Museo d’Arte Contemporanea e Cittadella dell’Arte ‘Terra di Lavoro’ e nel 2016 fonda il Museo civico d’Arte Contemporanea Euro-Mediterraneo della Città di Castel Volturno (MIACE). È in questo momento, con l’osservazione e la frequentazione degli artisti che vi lavorano o che vi espongono, che inizia a trasformare i suoi disegni in quadri autonomi e a provarsi con la pittura.

Fra le principali opere si ricordano i murales per il Premio Nobel per la Pace Denis Mukwege (400 mq), Comune di Sant’Antimo; per il Comune di Napoli al Centro antiviolenza donne e bambini, al Polifunzionale Soccavo, alla Scuola Silio Italico di Fuorigrotta; per il Comune di Bacoli il murales dell’amicizia Bacoli-Procida Capitale Italiana Cultura 2022; per il Comune di Tiriolo; all’Ospedale di Procida (ASL Napoli 2 Nord); all’Istituto Nazionale Tumori di Napoli Fondazione Pascale; all’Ospedale Santa Maria delle Grazie a Pozzuoli; alle Fondazioni AIRC, AISM, Santobono Pausilipon; negli Istituti penitenziari della Campania (Secondigliano, Santa Maria Capua Vetere, Carinola, Lauro); nella Cittadella Giudiziaria di Salerno; alla Real Fabbrica di Capodimonte; per Carpisa, Yamamay, Jaked, Coelmo (gruppi elettrogeni industriali e marini), General Logistic System, Idal Group (cantieri navali), Megawatt, Miluma (telecontrolli), KFC, InForm (segnaletica), Rete San Leucio Textile (20 lampassi in seta di San Leucio numerati e certificati); In Arte Vesuvio (polo artistico-culturale Napoli).

Si tratta sempre di valorizzazione, che Ciambrone opera attraverso una combinazione di forme, linee e colori che diviene la sua personale e riconoscibile cifra linguistica. Le sue opere sono immagini simboliche del patrimonio materiale e immateriale di Napoli e della Campania. La sua pittura si riconosce subito: una gioia vulcanica di colori che esplode come fuochi d’artificio illuminando i monumenti e il paesaggio della nostra splendida regione.

Ottiene anche vari premi. Il ‘Premio 5 Colori 2023’ per l’Arte (Associazione Pancrazio in collaborazione con l’Università di Napoli Federico II). Dieci murales per dieci Scuole (dono alla città di Napoli, 2023-24). È vincitore di due competizioni: la prima, DISAQ Excellence II edizione, Dipartimento di Eccellenza MUR di Studi Aziendali e Quantitativi, Università di Napoli Parthenope; la seconda, ‘Una città che legge… creazione di un salotto letterario sociale con giochi d’acqua’, Piazzetta Malatesta, Santa Maria Capua Vetere.

Ha al suo attivo numerose personali che mostrano il suo impegno nella valorizzazione del patrimonio culturale regionale. Tra queste, a cominciare dalla più lontana, il World Heritage Properties of the Campania Region (Hotel La Palma Capri) nell’ambito del Forum Internazionale di Studi Le Vie dei Mercanti organizzato dal Consorzio Universitario Benecon – Cattedra UNESCO del 2016; nel 2017 è la volta di Napul’è Mille Culure dono alla Città di Napoli, Palazzo Calabritto, in occasione della Giornata Mondiale della Lingua Madre UNESCO; nel 2018-29 Capua. Trame di Matres per la tutela e la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale in Campania, Museo Provinciale Campano di Capua. Tra il 2019 e il 2023 alcune azioni di valorizzazione del Patrimonio Mondiale UNESCO in Campania tra il Tennis Club Napoli, l’Unione Industriali Napoli, il Complesso Monumentale di San Lorenzo a Napoli.

Testo di Isabella Valente

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